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domenica 29 ottobre 2017

The "RAINMAKER" - Ionizzatore modulare a sandwich - Schema costruttivo



CHE COS'E' IL RAINMAKER

Il "Rainmaker" di Tanker enemy è un generatore multi-modulare di ioni negativi. Ogni singolo elemento ionizzatore produce 25 milioni di ioni negativi per centimetro cubo, misurati alla distanza di 10 cm. Questo prototipo dispone di 31 elementi di ionizzazione, il che vuol dire che produce 775 milioni di ioni negativi per cm3. Ogni esemplare di "Rainmaker" ha una copertura di circa 1 Km/q. Da qui risulta evidente che, in questo caso, non è la potenza ad essere rilevante, ma la quantità. Diciamo quindi che, se intendiamo ottenere risultati tangibili, servono almeno 50 "Rainmaker" (per ogni centro abitato di 60.000 abitanti) come questo. Verrebbero quindi prodotti oltre 38000 milioni di ioni negativi, per una copertura complessiva pari a circa 50 Km quadrati. Ciò costituirebbe una spina nel fianco per gli artefici della siccità in Italia.

COME FUNZIONA ED A CHE COSA SERVE

Per convezione gli ioni negativi tendono a salire ed aggregarsi ai nuclei di condensazione (generalmente si tratta di pulviscolo atmosferico o di pollini), mentre le polveri inquinanti, caricate positivamente, sono attratte verso il dispositivo.

L'introduzione di gocce elettricamente caricate in una nuvola naturale influisce sulla probabilità di collisione e quindi il tasso di coalescenza delle stille per produrre gocce di pioggia. A seconda della natura della nube, ciò si traduce in una maggiore crescita della caduta di pioggia. Presumo che siano necessari almeno 50 "Rainmaker" per ogni centro abitato. In questo esemplare è presente una trentina di generatori di ioni negativi, il che permette di produrre un considerevole quantitativo di cariche negative, utili, in primis, ad abbattere le polveri sottili e, in seconda istanza, (all'unisono con altri esemplari), a generare la pioggia. Sono ben accetti contributi (idee e finanziamenti) per promuovere la ricerca ed il conseguente perfezionamento del "Rainmaker".



SINERGIE

Non basta il nostro apparato, ovviamente. Deve lavorare in sinergia con altri, anche se, in qualche caso, può determinare una precipitazione, sempre se non sciano da matti. Il "Rainmaker" così configurato nasce per essere uno strumento che deve funzionare insieme con altri, contemporaneamente. Si deve creare una rete di ionizzatori. Solo così si possono contrastare le operazioni di inibizione delle precipitazioni. Quindi auspico che in tanti intendano replicare il progetto. Comunque costruirò tanti di quegli esemplari da riempire tutti e tre i terrazzi di casa! L'ho detto e lo faccio.

RIDURRE L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO

Un complesso costituito da centinaia di "Rainmaker" per ogni città potrebbe inoltre essere la risoluzione all'inquinamento atmosferico. La macchina della pioggia ha, come primo effetto benefico, l'abbattimento delle polveri sottili e quindi la riduzione delle nebbie chimiche di ricaduta. D'altronde diversi brevetti sulla riduzione dell'inquinamento atmosferico si basano sulla messa in funzione di ionizzatori. Gli ioni negativi attraggono il pulviscolo, caricato positivamente e lo neutralizzano.

I BREVETTI



La macchina si basa sulla tecnologia ATLANT.

Come funziona ATLANT™

Gli ioni negativi sono generati da un generatore di alta tensione attraverso una scarica a corona.

Gli ioni si attaccano alle particelle (aerosol) nell'atmosfera, che in seguito agiscono come nuclei di condensazione nella nube (CCN).

Gli aerosol carichi vengono trasportati all'atmosfera più alta da vento, convezione atmosferica e turbolenza.

Il vapore acqueo si condensa su questi aerosol carichi per formare goccioline di precipitazioni cariche (inizialmente 1-2 micron di diametro).

Le forze elettrostatiche sull'interazione di gocce (caricate e non caricate) promuovono la coalescenza delle gocce della nuvola ed accelerano la loro crescita al minimo di 1 mm di diametro necessario affinché le stille si trasformino, per effetto della gravità, in pioggia.


ATTENZIONE! Trattasi di dispositivo ad alta tensione. Non esporre a conduttori elettrici ed acqua. Mantenere una distanza di sicurezza di almeno 50 cm dall'apparato. Tenere lontano dalla portata di bambini. Si declina ogni responsabilità in caso di uso improprio.

Progetto pioggia - Contribuisci ora! Donazione con PostePay: 4023 6009 4336 4051 - Codice fiscale: MRCRSR61C19I469R - IBAN: IT48I0617522700000001977280 Oppure fai una donazione con PayPal.


ADDENDUM dell'8 novembre 2017:

Un dato di fatto inconfutabile: nelle ultime 24 ore il quantitativo maggiore di precipitazioni è stato registrato nell'area di copertura del "RAINMAKER", confermando il trend statistico precedente. Lo ionizzatore modulare pare assolvere la sua funzione di favorire le benefiche piogge senza creare nubifragi, ma distribuendole in un periodo medio-lungo. La mappa ARPAL mostra le precipitazioni misurate in millimetri (nelle ultime 24 ore) e siamo propensi a pensare che l'apparato sia efficace. Infatti la zona con il maggior quantitativo di acqua caduta al suolo si trova proprio dove è in funzione il "RAINMAKER".



ADDENDUM del 10 dicembre 2017:

Ottimi risultati del "Rainmaker" operativo a Sanremo. Come si nota dalla mappa, il quantitativo di precipitazioni nel Ponente Ligure ha la sua origine ove è situato lo ionizzatore modulare. Il "Rainmaker" funziona! BEN 60 MILLIMETRI NEL PUNTO DI INSTALLAZIONE DEL RAINMAKER, MISURATI A FINE GIORNATA e sino 150 mm sino al giorno successivo. Il punto di origine è sempre il medesimo, a riprova dell'efficacia dell'apparato.




ART Omani Trials with Technology Overview from Tex Whitney Productions on Vimeo.


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Le nubi che non ci sono più

Per una maggiore comprensione dei fenomeni legati alla guerra ambientale in corso, abbiamo realizzato l'Atlante dei cieli chimici.

La guerra climatica in pillole

NOTA: Le condizioni meteo e le attività di aerosol clandestine sono previste in base alle informazioni indirettamente fornite dal Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare. Dati a loro volta incrociati con le previsioni fornite dai portali meteo che sono debitamente informati delle operazioni di geoingegneria clandestina sul territorio italiano ad opera dei militari.

venerdì 8 febbraio 2013

Inquinamento reale da polveri sottili e "normalizzatori" di Stato

In questo articolo intendiamo ancora soffermarci sulla questione delle polveri sottili o inquinamento atmosferico da nanopolveri che dir si voglia.

Gli occultatori di verità scomode... i negazionisti, i normalizzatori di regime, oppongono sempre obiezioni risibili, ma è d'uopo comunque confutarle, poiché costoro, spesso esponenti di rilievo nell'ambito della "tutela" dell'ambiente e/o della salute, sfruttano la loro autorità tautologica per abbindolare il lettore meno attento. Ben consapevoli di mistificare, questi elementi, organici al sistema, negano in modo pervicace che gli spaventosi livelli di polveri sottili da noi misurati in queste settimane siano necessariamente orginati dalla guerra ambientale in corso ed inoltre affermano che non è possibile comprendere a quali elementi si riferisca questo particolato, per cui, a loro dire, questi studi ambientali sono inutili. Di più! Essi asseriscono che le nostre apparecchiature non sono certificate... che sono dei giocattoli. In realtà chi conosce l'argomento poiché lo ha ben studiato per anni, soggetto che è altresì al centro della sua professione, dovrebbe sapere che i prodotti attualmente sul mercato per il rilevamento delle polveri sottili sottostanno a precise specifiche, sono omologati e dunque sono venduti per uso professionale. Inoltre è acclarato che le polveri sottili possono essere in gran parte identificate nella loro composizione, semplicemente in base alle loro dimensioni, come spiegheremo più avanti.

Un certo Federico Valerio - Istituto Nazionale Ricerca Cancro Genova, scrive: "Per cortesia, prima di dire sciocchezze, verificate le unità di misura del vostro strumento. I numeri riportati sul display corrispondono al numero di particelle, probabilmente, per centimetro cubo di aria, con determinate dimensioni (micron). L'Arpal, con metodi certificati, misura il peso (espresso in microgrammi) di particelle di dimensioni inferiori a 10 micron, presenti in un metro cubo d'aria. Al momento, metodi di conteggio di particelle, come quello che usate, non hanno ancora ricevuto una certificazione dagli organismi internazionali per la standardizzazione di metodi di misura.

Dando per scontato che l'ARW-9880 calcoli il numero di particelle per ft3 (1 piede = 0,3048 m = 30,48 cm), siamo proprio al ridicolo, considerato che, se anche fosse vero quanto asserisce il dottor Valerio "I numeri riportati sul display corrispondono al numero di particelle, probabilmente, per centimetro cubo di aria", sarebbe ancora peggio, poiché significherebbe che in un metro cubo d'aria si evidenzierebbe un valore migliaia di volte superiore! Siamo di fronte allo svarione di un incompetente o c'è dell'altro? Oltretutto quello che conta è che il contatore di particelle ARW-9880 è dotato di dispositivo di allarme, che entra in funzione allorquando la concentrazione di inquinanti supera la soglia di sicurezza e ciò, puntualmente, si verifica in presenza di nebbia di ricaduta. Altro dettaglio degno di nota è il seguente: i valori più elevati di inquinamento atmosferico da nanopolveri si presentano sempre in prossimità delle nove di sera e questo dimostra che si tratta di polveri ultrafini (sotto i PM 2.5) in ricaduta e non di pulviscolo veicolare in sollevamento dal suolo. D'altronde il classico odore di zolfo ne conferma la provenienza, giacché la prima conseguenza della combustione di carburanti aeronautici è la produzione di SO2, casualmente riscontrabile nell'aumento del PM 2.5 ed inferiore.

Inquinamento da polveri sottili a Sanremo

Dopo la telefonata al dirigente ARPAL, ci siamo presi l'impegno di verificare di persona lo stato delle cose, con l'intenzione di dimostrare che le discrepanze dei valori misurati dal Comitato Tanker Enemy con le proprie apparecchiature non dipendevano nemmeno dalla zona di "cattura" dell'aria.

Postazione: giardini Regina Elena - Sanremo (IM) - Tipo zona: urbana - Tipo stazione: fondo

Il livello massimo di PM 10 rilevato dalla stazione ARPAL nel mese di gennaio 2013, per quanto attiene al biossido si zolfo, è di 14 microgrammi per metro cubo. Addirittura, verso la fine del mese, quando a noi risultavano valori di PM 10 superiori di gran lunga alle due migliaia, la stazione ARPAL misurava 2 microgrammi! Valori alquanto distanti dalla dura realtà, senza tener conto che, al di sotto dei PM 10, la stazione non rileva alcunché. La legge non lo prescrive e siamo tutti contenti. Evviva! Si consideri che l'O.M.S. ritiene allarmante un superamento dei PM 10 di oltre 20 microgrammi per metro cubo. Ovviamente è ancor più grave la presenza di migliaia di microgrammi per metro cubo per quanto riguarda le particelle di dimensione inferiore e valutate dalla nostra apparecchiatura, certificata per impiego professionale.

Abbiamo quindi dimostrato anche con questo filmato, registrato il giorno 1 febbraio 2013 di fronte alla stazione di rilevamento ARPAL, che i conti effettivamente non tornano. Ci siamo recati nella zona della stazione di rilevamento ARPAL ed abbiamo eseguito diverse scansioni dell'aria in prossimità della strumentazione dell'ente sopra detto. Le risultanze, come prevedibile, si discostano ampiamente dai dati ufficiali forniti a questo link.

Ecco che cosa ha misurato il contatore di particelle:

Particelle da 0.3 micron: 272853
Particelle da 0.5 micron: 125338
Particelle da 1.0 micron: 38485
Particelle da 2.5 micron: 13530
Particelle da 5.0 micron: 3963
Particelle da 10 micron: 1697

In contestazione di quanto affermano i negazionisti e cioé che la nostra apaprecchiatura "non funziona", possiamo assicurare senza tema di smentita che il contatore di polveri sottili non evidenzia alti livelli di particolato nelle giornate di scarsa o assente attività di geoingegneria clandestina. Ovvio che se vi fossero dei problemi nell'affidabilità della strumentazione o in errori di lettura, i livelli delle polveri dovrebbero essere sempre superiori ai massimi consentiti dall'O.M.S. O no?

Abbiamo, infatti, eseguito misurazioni in ambiente interno in diverse condizioni di inquinamento (stanza con fumatori, stanza in assenza di fumatori, stanza sottoposta a filtraggio per mezzo di depuratore d'aria con filtri E.P.A., stanza non sottoposta a depurazione etc.). Abbiamo anche compiuto decine di misurazioni in ambiente esterno in diversi orari ed in diverse condizioni ambientali. Come è logico, ogni misurazione si è rilevata coerente con la contingente situazione ambientale. Per cui, ci spiace per chi occulta, ma l'apparecchiatura svolge bene il suo compito!



Caratteristiche del misuratore di polveri sottili ARW-9880

- Display 2,8 "TFT 320x240 pixel a colori LCD
- Visualizzazione simultanea di ben 6 range dimensionali di particelle, 0.3, 0.5, 1.0, 2.5, 5.0, 10µm.
- Misura della temperatura dell'aria e dell’umidità con calcolo del punto di rugiada e temperatura a bulbo umido (Dewpoint e Wet Bulb)
- Determinazione dei Valori Max, Min, DIF, e media AVG, con visualizzazione di Data / ora e allarme alto e basso
- Tempo di campionamento e dati di conteggio selezionabili con ritardo programmabile
- Memorizzare 5000 dati con data, ora, conteggio, umidità relativa, temperatura, volumi di campione, allarmi ed etichetta di posizione

Specifiche tecniche Misuratore di Particelle ARW-9880

Range di misura particolato /m3
0.3, 0.5, 1.0, 2.5, 5.0, 10µm

Portata
0.1ft3 (2.83L/min) controllato dalla pompa interna

Modi di conteggio
Totalizzatore, concentrazione, audio

Errore di coincidenza
5%, 2000000 particelle per pi3

Misura di temperatura e Umidità dell'aria

Range di Temp dell'aria
0 a 50ºC/32 a 122ºF; Precisione di base: ±0.5ºC/1ºF

Range di umidità
0 a 100%RH; Precisione di base: ±2.5%RH (20%~80%RH)

Range Temp. Dewpoint
-30~100ºC/-22~199ºF

Range Temp. Wet Buob
0~80ºC/32~176ºF

Il PARTICOLATO ATMOSFERICO

Fra tutte le componenti presenti in atmosfera, il particolato atmosferico rappresenta una delle fasi più importanti per lo studio dell’evoluzione degli inquinanti. Per particolato atmosferico (Particulate Matter, PM) si intende un insieme di particelle aventi caratteristiche fisiche e chimico-fisiche (dimensione, forma, composizione, densità, stato fisico) tali da consentire la loro sospensione in atmosfera per lunghi periodi (ore, giorni o anni) e che conservano le proprie caratteristiche per tempi tali da permetterne la partecipazione a processi fisici e/o chimici.

La composizione del particolato è differente a seconda dell’ambiente di provenienza (es. città o campagna), delle sorgenti (traffico veicolare, traffico aereo, riscaldamento, emissioni industriali, particelle di suolo erose e trasportate dal vento), del periodo dell’anno (inverno o estate) e può cambiare nel tempo.

La dimensione delle particelle è un parametro molto importante per la descrizione del loro comportamento e della loro origine. La composizione chimica, la rimozione, il tempo di residenza sono, infatti, tutte caratteristiche correlate a questo parametro. Le particelle disperse in atmosfera presentano forme irregolari e sono descritte facendo riferimento al diametro aerodinamico equivalente (dae), definito come il diametro di un’ipotetica sfera di densità unitaria avente la stessa resistenza al flusso della particella in esame, nelle medesime condizioni di temperatura, pressione ed umidità relativa. L’analisi della quantità di particelle sospese in funzione della loro dimensione genera una distribuzione multimodale che presenta tre mode principali. Il diametro aerodinamico è quindi utile ai fini di una classificazione in categorie dimensionali del particolato atmosferico.

E’ convenzione suddividere il particolato atmosferico in funzione del diametro aerodinamico nelle seguenti frazioni:

Ultrafine (moda dei nuclei di Aitken): caratterizzata da particelle aventi diametro aerodinamico compreso tra 0.01 e 0.1 µm; generalmente le particelle sono i prodotti di una nucleazione omogenea di vapori sovrassaturi (SO2, NH3, NOX e prodotti della combustione ad elevate temperature);
Fine (moda di accumulo): caratterizzata da particelle aventi diametro aerodinamico compreso tra 0.1 e 2.5 µm; la formazione generalmente avviene seguendo due possibili vie:

a) La prima caratterizzata da un possibile coagulo di particelle ultrafini attraverso processi di nucleazione eterogenea o di conversione gasparticelle;

b) La seconda caratterizzata dalla condensazione di gas su particelle preesistenti nella moda di accumulo. La crescita oltre questa dimensione è lenta, perché più grande è la particella, più lento è il suo movimento e meno probabile il suo incontro e la sua coagulazione con particelle di dimensioni simili; inoltre il rapporto massa/superficie di particelle grandi è minore rispetto a quelle più piccole. Le particelle della moda di accumulo si formano anche quando evapora l’acqua delle goccioline contenenti sostanze solide disciolte. I principali componenti di queste particelle sono solfati, solfuri, nitrati, lo ione ammonio, carbonio organico ed elementare, ma anche particelle biologiche quali lieviti, batteri etc.

Grossolana (moda grossolana): caratterizzata da particelle con diametro aerodinamico maggiore di 2.5µm.

Le particelle fini con diametro aerodinamico < 1 µm hanno una concentrazione in atmosfera compresa tra 10 e 10.000 particelle/cm3; quelle che superano 1 µm di diametro hanno una concentrazione minore di 10 particelle/cm3. Un'altra classificazione, altrettanto utile, del particolato è basata sull’analisi del suo processo di generazione. È possibile suddividere i processi di formazione in due grandi categorie a seconda che l'origine del particolato sia riconducibile direttamente alla fonte di emissione, oppure sia riconducibile ad una trasformazione avvenuta in tempi posteriori alla sua emissione.

Il particolato si definisce come primario qualora sia costituito da particelle emesse come tali dalle sorgenti naturali o antropogeniche; come secondario qualora si formi a seguito di una serie di processi chimici e/o fisici in atmosfera. È inoltre possibile distinguere il particolato considerando la fonte di emissione e quindi classificarlo come naturale o antropogenico. In generale si può affermare che la composizione del PM è molto variabile e dipende da molti fattori che includono sorgenti, condizioni climatiche, situazione topografica ecc.

Altre particelle fini sospese in atmosfera sono costituite da composti inorganici dello zolfo e dell’azoto. Una gran parte dello zolfo atmosferico è dovuto alle emissioni di dimetilsolfuro, (CH3)2S e di disolfuro di carbonio, CS2, provenienti dagli oceani e dalla combustione della biomassa; vi è inoltre il biossido di zolfo, SO2, emesso dai vulcani, dagli aerei e dalle centrali termoelettriche. L’evoluzione di tali molecole in un contesto ossidativo, quale è l’atmosfera, porta alla formazione di composti solforati come il solfuro di carbonile COS, lo ione solfato SO4 e gli ossidi di zolfo SOx. Le specie che si formano in maggiore quantità per ossidazione dei composti solforati sono l’acido solforico H2SO4 e gli ioni solfato SO4. L’acido solforico tende a spostarsi nell’aria non come gas ma come aerosol, a causa della sua grande affinità per le molecole d'acqua.

Effetti sul clima

Il particolato è responsabile di importanti effetti a livello globale dovuti alla sua propensione a variare l’albedo terrestre. La variazione dell’albedo è determinata da effetti diretti ed indiretti:

• Un’elevata concentrazione di particolato sospeso è in grado di fungere da schermo nei confronti della radiazione solare. La capacità del particolato atmosferico di riflettere e/o assorbire la radiazione solare è funzione delle dimensioni, della natura delle particelle che lo compongono e della lunghezza d’onda della radiazione. Il particolato ha un importante ruolo nel bilancio energetico terrestre, influenzando la percentuale di radiazione riflessa (backscattering) verso lo spazio rispetto a quella assorbita. Le particelle sospese in atmosfera creano quindi una sorta di strato di protezione e di schermatura dalla radiazione solare. L’aerosol riflette la radiazione solare, in particolare se contiene solfato, introducendo un effetto di raffreddamento (effetto Pinatubo, dal nome del vulcano responsabile di una famosa eruzione esplosiva) che sembra controbilanciare il 20-40% del radiative forcing dovuto ai gas serra antropogenici. Al contrario, particolati ricchi in carbonio elementare o nerofumo possono assorbire radiazione, esercitando un radiative forcing positivo sull’ambiente e contribuendo all’incremento dell’effetto serra. Tale effetto è incrementato qualora si abbia una forte variazione dell’albedo dovuta ad esempio alla deposizione di particolato di colore scuro su superfici bianche (es. deposizione di particolato carbonioso su terreni innevati).

Il particolato svolge anche un ruolo su alcuni processi stratosferici, quali la formazione e la distruzione dell’ozono attraverso reazioni che coinvolgono catalizzatori quali i radicali Cl•HO• e HOO•. La presenza di particelle solide sospese in atmosfera, generalmente presenti nelle nuvole (PSCs, Polar Stratosferic Clouds), fornisce una superficie catalitica finalizzata alla catalisi eterogenea di alcuni composti in fase gas, i quali prendono parte ai cicli di distruzione dell’ozono.

Effetti sulla visibilità

La visibilità è definita come la più grande distanza, in una certa direzione, alla quale è visto e identificato un oggetto scuro alla luce del giorno, o una fonte di luce non focalizzata di notte. Particelle di dimensioni dell’ordine della lunghezza d’onda della radiazione incidente (in questo caso del visibile) danno luogo a fenomeni di riflessione e diffrazione, diminuendo così la visibilità atmosferica (foschie).

Effetti sul microclima

Il particolato presente in città di grandi dimensioni può ridurre anche di più del 15% l’irradianza solare che raggiunge il suolo. L’effetto è evidente soprattutto quando il sole è basso sull’orizzonte, perché il cammino percorso dalla luce attraverso l’aria inquinata aumenta al ridursi dell’altezza del Sole. Quindi, per una data concentrazione di particolato in atmosfera, l’energia solare sarà ridotta in modo più intenso in città poste ad alte latitudini e nei periodi invernali.

Le nubi e le nebbie nelle grandi città si formano frequentemente, nonostante l’umidità relativa sia più bassa del 2-8% rispetto alle zone rurali circostanti, grazie alle attività antropogeniche che producono grandi quantità di particelle che fungono da nuclei di condensazione. Quando i nuclei di condensazione sono presenti in numero sufficiente il vapor d’acqua condensa velocemente su di essi, anche in condizioni di lieve sottosaturazione, determinando così un aumento delle precipitazioni in contesti urbani a causa del particolato atmosferico.

Ciò comunque non si verifica nel caso di dispersione aerea di nanoparticolato igroscopico. La constatazione oggettiva che le nuvole comunemente non si formano e le piogge non sono più una costante sui nostri centri abitati, a differenza di quanto avveniva una decina di anni addietro, è la prova indiretta che il nanoparticolato, misurato con il nostro strumento e non dichiarato dall'ARPAL, ha cartteristiche igroscopiche, cioé assorbe l'umidità atmosferica. In effetti le misurazioni della UR lo confermano: in presenza di pesanti attività di guerra climatica (diurne o notturne), l'umidità relativa precipita anche al di sotto del 30% (ad 800 metri dal mare!) ed il cielo appare sgombro da nubi. Oltre a ciò, le analisi condotte su campioni di acqua piovana nonché piante e terreni esposti (non protetti da serra), mostrano quantitativi abnormi di metalli pesanti come l'alluminio, il bario, il manganese, il ferro, il cadmio. E' inevitabile quindi collegare la presenza di un così elevato quantitativo di polveri sottili alla diffusione aerea (a basse altitudini) di nanoparticolato igroscopico ed elettroconduttivo per scopi militari.


Effetti sulla salute umana

Numerosi studi collocano il particolato atmosferico fra i principali fattori di rischio per la salute. Tutta la popolazione è soggetta all’esposizione ad inquinamento atmosferico poiché è inevitabile inalare del particolato.

Il principale organo bersaglio del particolato atmosferico è il sistema respiratorio, dove le particelle sospese sono convogliate durante la respirazione. Principale criterio classificativo della pericolosità del particolato è la dimensione delle particelle, in quanto dal raggio aerodinamico dipende la capacità di penetrazione nelle vie respiratorie. Vengono così distinte tre frazioni di particolato:

• frazione inalabile: include tutte le particelle che riescono ad entrare dalle narici e dalla bocca;
• frazione toracica: comprende le particelle che riescono a passare attraverso la laringe, raggiungendo la regione tracheo-bronchiale (inclusa la trachea e le vie cigliate);
• frazione respirabile: include le particelle sufficientemente piccole da riuscire a raggiungere la regione alveolare, incluse le vie aeree non cigliate ed i sacchi alveolari.

Il PM10 ed il PM2.5 sono assimilabili rispettivamente alle frazioni toracica e respirabile. A prescindere dalla tossicità, le particelle che possono produrre effetti negativi sull’uomo sono sostanzialmente quelle di dimensioni più ridotte, mentre quelle maggiori di 15 µm vengono generalmente rimosse dal naso. Man mano che si procede dal naso o dalla bocca attraverso il tratto tracheo-bronchiale sino agli alveoli, diminuisce il diametro delle particelle che penetrano e si depositano. Particelle liquide o solubili possono essere assorbite dai tessuti in qualsiasi punto dove si depositano e provocare danni intorno a tale punto; particelle insolubili possono essere trasportate, in base alle loro dimensioni, verso altre parti del tratto respiratorio o del corpo, dove possono essere assorbite o provocare danni biologici.

LE VERITA SCOMODE VANNO OCCULTATE E CHI "SBAGLIA", PAGA

Il 17-11-2011, nel corso di una conferenza stampa presso la sede della CGIL di Potenza dell’EHPA (Associazione per la Tutela della Salute e dell'Ambiente di Basilicata) e dell’O.I.P.A. (Guardie Eco-zoofile di Potenza), i risultati di due nuove analisi sui sedimenti dell’invaso del Pertusillo, condotte nell’ambito di una ricerca della prof.ssa Colella dell’Unibas, nonché presidente dell’EHPA.

Il risultato più dirompente emerso è la rilevante presenza nei sedimenti del metallo bario in concentrazioni significative (fino a 40,7 mg/kg). Dalle analisi sono emerse anche elevatissime concentrazioni di alluminio e ferro ed elevate concentrazioni di manganese, che superano tutti i limiti di legge.

Successivamente la prof.ssa Colella ha integrato i risultati di queste ultime due analisi con le tre precedenti dell’EHPA e dell’OIPA, nonché dei Radicali lucani che avevano documentato elevate concentrazioni di Bario anche nelle acque del Pertusillo, superiori ai limiti previsti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.).

Il 6 maggio 2012 il Tribunale di Potenza persegue due dei responsabili A.R.P.A. Puglia che hanno reso pubblici i dati. Il tenente Giuseppe Di Bello viene condannato a 2 mesi e 20 giorni, mentre viene rinviato a giudizio Maurizio Bolognetti. Entrambi con l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio. NO COMMENT!


PREVISIONI METEO

Il 27 gennaio scorso scrivevamo: "Le importanti modifiche apportate dai riscaldatori ionosferici al corso della corrente a getto settentrionale, inducono a prevedere che il periodo compreso tra il 29 gennaio ed il 7 febbraio 2013 porteranno ad un ulteriore abbassamento delle temperature". Le previsioni meteo di oggi confermano le indicazioni con cui, con grande anticipo, avevano disegnato questo scenario: una forte perturbazione atlantica è diretta verso il continente e, una volta entrata nel Mediterraneo, dovrebbe dare vita a fenomeni nevosi anche a basse quote tra Piemonte e Liguria. Ovviamente non si possono fare i conti senza l'oste, per cui evidenziamo che tra il giorno 9 ed il giorno 14 febbraio 2013 assisteremo ad una pesante campagna di aerosol clandestini, con la diffusione in bassa e medio-alta atmosfera di tonnellate di nanoparticolato igroscopico. Nel periodo del festival della canzone di Sanremo le operazioni chmiche avverranno in gran parte nottetempo, mentre durante il giorno si potranno osservare sorvoli con il rilascio di scie chimiche non persistenti. Ciò con l'intento di creare un fronte artificiale di alta pressione atto a deviare la perturbazione atlantica che sarà appunto spostata verso il sud del Mediterraneo. In definitiva, anche se potrebbero verificarsi fenomeni, nella gran parte dei casi avremo solo cieli scuri, coperti artificialmente e senza precipitazioni rilevanti. In ogni caso, come è logico, essendo ridotto l'irraggiamento solare, le temperature subiranno una flessione notevole. Questa situazione permarrà almeno sino al 20 di febbraio.


Per una maggiore comprensione dei fenomeni legati alla guerra ambientale in corso, abbiamo realizzato l'Atlante dei cieli chimici.

NOTA: Le condizioni meteo e le attività di aerosol clandestine sono previste in base alle informazioni indirettamente fornite dal Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare. Dati a loro volta incrociati con le previsioni fornite dai portali meteo che sono debitamente informati delle operazioni di geoingegneria clandestina sul territorio italiano ad opera dei militari.

domenica 27 gennaio 2013

Parigi: da Ville lumière a Ville merde

Il 22 gennaio scorso una densa e nausebonda coltre chimica ha oscurato la Francia dalla Normandia a Parigi, arrivando sino a coprire le coste della Gran Bretagna. Una volta tanto i cittadini hanno mostrato preoccupazione, ma le autorità si sono affrettate a tranquillizzare, affermando che la nube non era tossica. La prima spiegazione ufficiale è stata la seguente:

"Si tratta di una sostanza ”non tossica” per la quale non c’e’ nessun pericolo per la salute. L’odore di gas è legato ad una sostanza, il ‘mercaptano’, uscita dagli impianti chimici della società Lubrizol a Rein: un additivo usato per arricchire il metano, rendendolo riconoscibile all'olfatto".

Quancun altro si è spinto anche oltre, dichiarando che "la sostanza sprigionatasi dalla Lubrizol è gas odorizzante mercaptano, pericoloso soltanto in forti concentrazioni, ma estremamente sgradevole, al punto da essere utilizzato nelle fialette per gli scherzi di Carnevale". NO COMMENT!

Facciamo un po' di chiarezza.

Il mercaptano o più correttamente mercaptobenzotiazolo, si presenta come polvere gialla insolubile in acqua, usata come accelerante nella vulcanizzazione della gomma e come reattivo in chimica analitica; i suoi sali sono usati come fungicidi. Il mercaptobenzotiazolo - C6H4SC(SH)N - contiene un anello eterociclico, con un atomo di zolfo (lo zolfo, casualmente, è il primo prodotto che ricade al suolo a seguito dei sorvoli a bassa quota dei velivoli impegnati nella modifica del clima) e uno di azoto. Ora, a prescindere da che cosa fosse composta la nebbia chimica che ha coperto mezza Francia e parte della Gran Bretagna, appare curioso che un espisodio del genere sia stato subito sminuito nella sua gravità, adducendo giustificazioni risibili. THT -Tetraidrotiofene- e TBM -Terzbutilmercaptano- sono le sostanze chimiche utilizzate per l'odorizzazione del gas naturale in transito nelle reti di distribuzione. Dotando il gas di un tracciante olfattivo è possibile individuare con grande facilità eventuali fughe e dispersioni: una soluzione che garantisce una rete sicura ed elimina inutili sprechi.


Se si consultano le tabelle tecniche dei due composti, vediamo che sono definiti tossici ma, a quanto pare, per le autorità preposte alla tutela della salute, non lo sono. Eppure ecco che, in occasione di foschie che, ufficialmente sarebbero provocate dalle attività umane (impianti di riscaldamento, traffico veicolare etc.), i sindaci emettono prontamente ordinanze volte ad evitare episodi di superamento dei limiti di inquinamento disposti da stringenti normative europee. Peccato che sovente, soprattutto in questi ultimi anni, le nebbie che oscurano non solo città come Milano, Torino, Firenze, Roma... , ma anche centri a bassa densità abitativa e senza stabilimenti industriali, sono ormai frequentissime. E', a nostro parere, inverosimile la versione ufficiale sull'episodio di Parigi, giacché anche lo stabilimento che è stato tirato in ballo come responsabile della fuga di prodotti chimici, quella stessa mattina non presentava segno alcuno di incidente. Il motivo di quella nebbia (di ricaduta) va dunque ricercato nelle attività di geoingegneria clandestina, come abbiamo spiegato in innumerevoli altre occasioni e l'evento di Parigi è emblematico di tali operazioni clandestine, che si concentrano ora in specialmodo dal tramonto all'alba, al fine di non destare troppo allarme tra la popolazione. Fatto è che le nebbie chimiche, di qualunque origine siano, sono strettamente legate all'aumento esponenziale di malattie respiratorie, tumori, decessi.

A questo proposito il ricercatore statunitense Clifford Carnicom, già nel 2004, scrive:

"E' stato sviluppato un modello per descrivere l'aumento stimato del tasso di mortalità in funzione della diminuzione della visibilità. I risultati di questo modello in forma grafica sono indicati di seguito. Si può osservare che la mortalità aumenta al diminuire della visibilità e che l'effetto è altamente significativo. Questo modello non prende in considerazione gli effetti ulteriori negativi sulla salute che si verificano a causa della natura tossica delle polveri sottili. L'American Hearts Association stabilisce che un aumento della densità di particolato provoca un incremento della mortalità. L'aumento previsto è espresso secondo un rapporto che stabilisce un incremento dell'1% di mortalità per un aumento di 10ug (microgrammi) per metro cubo. Altre fonti riguardano un aumento della mortalità del 3,4% con gli stessi valori di nanoparticolato".


In relazione alle polveri sottili, rimandiamo a questo articolo di approfondimento.


PREVISIONI METEO

Le importanti modifiche apportate dai riscaldatori ionosferici al corso della corrente a getto settentrionale, inducono a prevedere che il periodo compreso tra il 29 gennaio ed il 7 febbraio 2013 porteranno ad un ulteriore abbassamento delle temperature. Inoltre, è in arrivo una serie di perturbazioni che, se non saranno contrastate dalle diuturne operazioni di aerosol clandestine, porteranno a copiose nevicate al di sopra dei 600 metri ed a temporali impetuosi su gran parte del territorio italiano. In questo contesto meteo-strategico, avremo un forte incremento dei voli militari di bassa quota, con i quali chi domina il clima tenterà in tutti i modi di mantenere alta la visibilità radar in banda KA (si veda M.U.O.S.), distruggendo o rendendo innocui gran parte dei fronti imbriferi. Così è logico pensare che avremo un Nord Ovest interamente coperto da una fitta coltre artificiale e gli episodi di pioggia potranno essere circoscritti ad alcune zone e di breve durata. Non si escludono fenomeni violenti nel Levante ligure, Toscana e Triveneto, mentre la Liguria occidentale resterà, con molta probabilità, quasi all'asciutto. Estendiamo lo stato di allerta meteo anche per Sardegna, Sicilia, Calabria e Basilicata nel periodo compreso tra il 6 ed il giorno 11 febbraio prossimi.



Per una maggiore comprensione dei fenomeni legati alla guerra ambientale in corso, abbiamo realizzato l'Atlante dei cieli chimici.

NOTA: Le condizioni meteo e le attività di aerosol clandestine sono previste in base alle informazioni indirettamente fornite dal Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare. Dati a loro volta incrociati con le previsioni fornite dai portali meteo che sono debitamente informati delle operazioni di geoingegneria clandestina sul territorio italiano ad opera dei militari.

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